Da quasi quattro anni non vede il suo figlioletto di sette anni, tenuto illegittimamente in Venezuela dalla ex moglie. La drammatica storia di Sergio Solimo inizia nell’ottobre del 2010. Sua moglie, Tania Polito, 40 anni originaria di Caracas, si reca in Venezuela con il piccolo Francesco per una vacanza dai suoi genitori che vivono da circa quarant’anni a Caracas. Da allora Tania Polito non ha più voluto far vedere il piccolo Francesco al padre nonostante tutti i gradi di giustizia sia in Italia che in Venezuela abbiano dato ragione a Sergio Solimo. Ad oggi, e nonostante la sentenza del Tribunale per la protezione dell’Infanzia di Caracas, confermata in secondo e terzo grado, a favore del rimpatrio del bambino in Italia, non si hanno ancora notizie del minore.
Il 25 novembre 2013, nella seduta n. 140 con atto n. 4-01179 ho presentato l’interrogazione parlamentare ai Ministri degli Affari Esteri e della Giustizia per chiedere quali iniziative intendessero adottare per permettere il rimpatrio in Italia del bambino. Oggi sono intervenuta in aula per sollecitare la risposta dei Ministri interrogati perchè il nostro Paese non può restare inerte ed indifferente di fronte a questa grave vicenda. Domani, 28 febbraio 2014, parteciperò anch’io alla fiaccolata organizzata dai cittadini di Sant’Arsenio (SA) insieme ai sindaci dei comuni del Vallo di Diano, al vescovo della diocesi di Teggiano-Policastro, mons. Antonio De Luca, a sacerdoti, rappresentanti istituzionali e cittadini per testimoniare la vicinanza delle istituzioni e della società civile al sig. Sergio Solimo.
Testo dell’intervento in aula
SAGGESE (PD). Signora Presidente, onorevoli colleghi, intervengo per sollecitare una risposta alla mia interrogazione 4-01179, presentata ai Ministri degli affari esteri e della giustizia nel novembre scorso, e per sottoporre all’attenzione di questa Assemblea una questione molto grave che interessa un bimbo di sei anni, nato in provincia di Salerno da padre italiano e madre di origine venezuelana. Il bimbo ha vissuto con i suoi genitori sino a quando, all’età di tre anni, è stato condotto dalla madre a Caracas per conoscere i nonni. Nonostante la donna avesse promesso al marito di restare all’estero con il bimbo solamente per alcune settimane, così non è stato e da allora il bimbo non è mai rientrato in Italia.
Il padre, comprese le reali intenzioni dell’ex moglie, ha provveduto a sporgere regolare denuncia sia alle autorità italiane sia a quelle venezuelane. Si è aperto un lungo iter giudiziario, che ancora oggi non è risolto.
Benché il tribunale per la protezione dell’infanzia del Venezuela si sia pronunciato, in primo grado, a favore del rimpatrio in Italia del bambino e benché la sentenza sia stata confermata in secondo e in terzo grado,il padre non ha avuto modo di rivedere suo figlio.
Si è rivolto quindi all’Interpool, ma la mancanza di collaborazione da parte della Polizia venezuelana, con la conseguente assenza di accertamenti investigativi presso il domicilio estero della donna, non hanno permesso alla procura della Repubblica italiana di considerare la donna come latitante e pertanto assumere idonee iniziative processuali nei suoi confronti.
Di recente il tribunale civile di Sala Consilina ha disposto l’affidamento esclusivo al padre, statuendo altresì che il minore dovrà essere a questi consegnato per il rientro in Italia. La madre del bambino, rientrata in Italia nel giugno 2013, è stata posta agli arresti domiciliari e, nonostante l’applicazione del divieto di espatrio e il sequestro dei documenti, la donna ha fatto perdere le sue tracce e da allora non si hanno più notizie.
Onorevole Presidente, onorevoli colleghi, il nostro Paese non può restare inerte e indifferente di fronte a questa grave vicenda, che vede coinvolto un minore al quale non è dato di poter rivedere il padre.
Rivolgo, pertanto, un appello al Governo affinché faccia tutto il possibile per consentire al più presto la risoluzione della vicenda, soprattutto a tutela e nell’interesse del bambino minore.