Due parole sulle unioni civili

Anche se ho già avuto modo di farlo, credo sia giusto ribadire la mia posizione in materia di unioni civili.

Il tema è delicato, divide. Merita perciò di essere trattato con chiarezza, senza ricorso a formule fumose. Ci sarà, alla fine, il voto segreto? Al momento non so dirlo e, francamente, poco importa. Il rispetto per le persone che rappresento mi impone di esprimere, a viso aperto e senza possibilità di equivoco, il mio pensiero sull’argomento. Dunque:

1. Sono favorevole alle unioni civili, sia quando queste riguardino persone omosessuali che eterosessuali. Dirò di più: è questo il tema sul quale siamo davvero in ritardo; c’è perciò urgenza di intervenire.

2. Ritengo che sarebbe un errore equiparare le unioni civili ai matrimoni civili. Bisogna perciò inquadrarle in un istituto giuridico ad hoc, nuovo e differente, senza possibilità di generare equivoci.

3. Non credo possa esistere un generico “diritto al figlio”. Per me, ma anche per l’ordinamento italiano, la tutela dei diritti del minore resta prevalente.

4. Sulla stepchild adoption, cioè la possibilità di adottare il figlio naturale del partner nel caso di coppie omosessuali, mi trovo in disaccordo. Credo infatti che possa determinare un incentivo all’aumento delle pratiche di maternità surrogata che, è bene ricordarlo, oltre ad essere aberranti, sono proibite dalla nostra legislazione.

5. Ritengo che l’ipotesi di affido rafforzato sia una equilibrata soluzione alternativa alla stepchild adoption. In questo senso, le proposte avanzate puntano a far sì che tra minore e partner del genitore biologico possa instaurarsi una relazione giuridica speciale senza che ciò comporti una responsabilità genitoriale integrale.

6. Mi trovo d’accordo con l’emendamento presentato dal senatore PD Gianpiero Dalla Zuanna per scoraggiare e rendere punibili le pratiche di maternità surrogata realizzate all’estero.

Le mie posizioni in tema di unioni civili non nascono da motivazioni, per così dire, ideologiche: l’unica avversione netta è per la maternità surrogata; tutto il reste viene da considerazioni di natura giuridica e dalla necessità di dare centralità alla tutela e ai bisogni dei minori. Secondo molti, in questa vicenda si confrontano due fronti: quello “pro” e quello “contro”. Non so se sia vero. In ogni caso, sento di non appartenere pienamente a nessuna delle “parti” in causa. È vero, ho scelto di collocarmi sulla linea dove lo scontro politico è più duro e i rischi maggiori. Ma l’ho fatto perché ho la convinzione che ci sia ancora spazio per il confronto e per la ricerca di soluzioni equilibrate, nell’interesse di tutti.

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