PRESIDENTE. È iscritta a parlare la senatrice Saggese. Ne ha facoltà.
SAGGESE (PD). Signora Presidente, signor rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, il disegno di legge all’esame dell’Aula è un testo su cui la Commissione agricoltura ha lavorato molto negli ultimi mesi. È un disegno di legge che contiene sia deleghe al Governo che misure di immediata applicazione, con l’obiettivo, anche nel settore agricolo, come accaduto qualche settimana fa nella pubblica amministrazione, di semplificare e razionalizzare le norme, sempre al fine ultimo di accrescere la competitività e soprattutto di favorire opportunità lavorative, in particolar modo per i giovani.
Si tratta di un testo che, nel corso dell’esame in sede referente, è stato notevolmente rielaborato rispetto alla formulazione iniziale, certamente migliorato ed arricchito grazie ad un ampio e costruttivo dibattito e all’apporto fornito dalle associazioni operanti nel settore.
In questo intervento mi soffermerò principalmente sull’articolo 6 del testo, a cui i colleghi che sono intervenuti prima hanno fatto riferimento. L’articolo prevede le misure per favorire i processi di affiancamento economico gestionali nell’attività di impresa agricola, così pesantemente colpita dalla crisi economica degli ultimi anni, con l’obiettivo di favorire lo sviluppo dell’imprenditoria giovanile nel medesimo settore. Le due finalità indicate non sono state inserite in maniera casuale. Da un lato, infatti, la crisi economica ha avuto ripercussioni negative anche sul settore primario, nel quale si è infatti registrata una caduta della produzione a causa di un decremento della domanda di prodotti alimentari. Fattori, questi, accompagnati da una considerevole riduzione del numero delle imprese operanti nel comparto.
Tuttavia, il settore agricolo è e rimane ancora strategico per il nostro Paese: negli ultimi anni la fase recessiva è stata in parte controbilanciata da un aumento delle esportazioni che ha consentito di migliorare la bilancia alimentare e da una ripresa degli investimenti da parte degli agricoltori. La stessa riduzione del numero di imprese può inquadrarsi in un processo di riorganizzazione generale del settore tendente ad una graduale dismissione delle microimprese e ad un ampliamento delle dimensioni di quelle che operano sul mercato. Dall’altro lato, l’altra finalità che si è tentato di raggiungere era quella di offrire ai giovani un futuro nel settore agricolo, che rappresenta un’importante possibilità di svolta soprattutto in un contesto, quello del Centro-Sud, che vede ancora oggi elevatissime percentuali di disoccupazione giovanile. A tal fine, l’affiancamento economico e gestionale è proprio uno strumento funzionale alla realizzazione di una sorta di staffetta generazionale. L’esperienza di chi lavora da anni nel settore, contemperata dall’entusiasmo e dall’energia delle classi più giovani sono un mix che può condurre ad un deciso sviluppo dell’agricoltura. In particolare, l’obiettivo è favorire una forma di affiancamento tra agricoltori ultrasessantacinquenni o pensionati e i giovani, non proprietari di terreni agricoli, di età compresa tra i diciotto e i quarant’anni, in vista del graduale passaggio della gestione dell’attività d’impresa dai primi ai secondi.
Prima di entrare nel merito, lo strumento che si è scelto di utilizzare non è stato quello della delega al Governo. Si è scelto di utilizzare lo strumento regolamentare che è sicuramente più flessibile e che richiede tempi più brevi, soprattutto nella prospettiva di eventuali integrazioni, perché si è previsto un tempo entro il quale verificare il punto di attuazione della normativa e i benefici che derivano al ricambio generazionale dall’introduzione di queste norme. Il regolamento sarà chiamato a stabilire una serie di elementi: la durata dell’affiancamento, che non potrà eccedere i tre anni, un tempo ragionevole per consentire il passaggio del know-how dagli «anziani» ai giovani. Sono previste poi – grazie a questa staffetta – forme di agevolazioni e sgravi fiscali analoghi a quelli previste dalla normativa vigente per le start-up. Alla conclusione dell’attività di affiancamento, si delineano varie ipotesi possibili: un subentro del giovane imprenditore agricolo, un contratto di conduzione o ancora la previsione di apposite forme di compensazione. Quello che emerge e che viene fuori in maniera fondamentale e importante è che tutto il progetto di affiancamento si basa su un progetto imprenditoriale, che deve essere predisposto dal giovane agricoltore, che mira a definire i reciproci obblighi nella gestione dell’impresa e che prevede norme precise di compartecipazione agli utili. Infine, il regolamento prevederà il regime dei miglioramenti fondiari, le forme di garanzia anche per le coperture infortunistiche e una serie di ulteriori norme agevolative per la gestione e l’utilizzo dei mezzi agricoli.
Si tratta insomma di un pacchetto di misure di cui il settore agricolo aveva fortemente bisogno. Oggi in Italia il fenomeno dell’invecchiamento degli imprenditori agricoli ha carattere strutturale ed è frutto di una doppia difficoltà: quella degli anziani ad uscire dal settore e quella dei giovani ad entrarvi.
Ecco perché era assolutamente necessario intervenire e prevedere misure che consentissero agli agricoltori più esperti, che conoscono le caratteristiche strutturali, infrastrutturali e anche naturali dei terreni di trasmettere queste notizie, spesso non apprendibili dagli studi, alle giovani generazioni.
È in questa direzione di ricambio generazionale che si inserisce anche l’articolo 10 del provvedimento, relativo alla creazione della banca delle terre. Anche qui, si tratta di una sorta di inventario in cui si mettono insieme domanda ed offerta di tutti i terreni, con tutte le caratteristiche accessibili anche via Internet, in modo da consentire a chi abbia voglia di accedere al terreno di facilitare il processo di compravendita e di avvicendamento nella conduzione dei terreni.
In conclusione, penso che questa scelta sia strategica e ampiamente condivisibile, volta ad incentivare l’ingresso dei giovani. Già nei mesi scorsi questo Parlamento ha approvato delle misure in tale direzione ed altre se ne aggiungono oggi. L’obiettivo è sempre quello di premiare e valorizzare coloro che sono in possesso di un titolo di studio adeguato e che ancora non hanno avuto modo di fare un’esperienza pratica nel settore agricolo; coloro che non hanno ereditato un terreno o coloro che, più semplicemente, nonostante le difficoltà, credono ancora nella terra e hanno ancora voglia di provare a fare impresa in un settore complicato quale quello agricolo. (Applausi dal Gruppo PD).